Qualche spunto per un graphic design più sostenibile

Luca Minici
4 min readMar 7, 2021

Come designer o anche solo clienti spesso dobbiamo scendere a patti con i nostri ideali, in particolare se parliamo di impatto climatico e ambientale. Ci penso spesso, ad esempio, quando viene stampato materiale in eccesso oppure quando sono costretto a inviare tonnellate di file: il mio pensiero va immediatamente alle risorse sprecate, alla CO2 immessa nel pianeta o ai cicli produttivi e di riciclo che posso solo immaginare. Seppur in alcune occasioni non abbiamo molte alternative, in altre possiamo fare la nostra piccola parte facendo una scelta consapevole in più!

Ma cosa possiamo fare per lavorare meglio? Ecco 3 consigli per un graphic design più sostenibile: piccole proposte raccolte nel tempo che penso possano essere utili a chi lavora nel settore e non solo!

Stampa? Sì con riso, senza lattosio!

Di recente ho approfondito qualcosa che avevo sentito solo nominare di sfuggita: la risografia. Si tratta di una tecnica di stampa basata sul sistema dello stencil (o ciclostile) che sfrutta fogli di fibra di banana come matrice e inchiostri a base di soia. Il riso non centra nulla, ma deriva dalla parola Riso, dal giapponese “ideale”. La stampante-duplicatrice nota come Risograph è stata inventata nel 1986 dalla RISO Kagaku Corporation.

Innanzitutto è bene ricordare che, in termini ecologici, la scelta migliore è sempre quella di non stampare quando si può evitare. Se non si può evitare, questo metodo è molto più ecosostenibile dei tradizionali sistemi di stampa laser e inkjet: un bell’affare per il pianeta!

Ho scoperto anche che nella mia città, Torino, esiste una stamperia che adotta questa tecnica: Friends Make Books. Sul loro sito si possono vedere esempi di lavori che trovo davvero fantastici. Questa stampa non è sicuramente la migliore in termini di definizione, ma per alcuni lavori la trovo particolarmente indicata e oltre a essere ecosostenibile rimane anche davvero molto economica!

Questa tecnica di stampa è così conveniente che nel tempo la tecnologia si è perfezionata raggiungendo dei risultati molto simili alla quadricromia, e oggi esistono perfino soluzioni per l’ufficio anche in forma di stampanti multifunzione a tiratura elevata, come quelle di Risograph Italia, che possono coprire le più disparate esigenze.

Green is the new black.

Non stampare un documento, o farlo con tecniche sostenibili, è una buona pratica, ma si può fare di più! Tutte le operazioni che facciamo online hanno un sensibile impatto, non solo in termini energetici dei dispositivi che usiamo ma in maniera particolare per le emissioni CO2 generate dai server che contengono i dati e li spediscono in ogni parte del mondo.

Per cominciare potremmo iniziare verificando quanto sia green il nostro Host provider. Per farlo si può usare Website Carbon Calculator, dove si può eseguire un’analisi gratuita delle pagine del proprio sito e ottenere un badge in codice che ne mostra i risultati. Se il nostro Host ottiene pessimi risultati, potremmo anche pensare di cambiarlo!

Oltre questo possiamo fare attenzione ad altri aspetti dei nostri siti, come ad esempio:

  • la struttura, perché siti redatti con un codice pulito e semplice richiedono meno risorse rispetto a grovigli di codice che devono essere elaborati dal browser ogni volta;
  • la dimensione delle immagini e degli altri media, perché ogni file che carichiamo nelle pagine impatta su ogni visita quando il browser le apre; è importante inserire i media alla giusta dimensione piuttosto che in dimensioni originali “per esser sicuri che si veda bene”;
  • l’ottimizzazione Seo e Sem, perché un sito ben indicizzato permette agli utenti di trovare più facilmente ciò che cerca, evitando di fare “zapping” sul web e risparmiare quindi sulle emissioni di CO2.

Su Website Carbon Calculator sono raccolti tanti utili consigli per ottimizzare il proprio sito in modo da renderlo più ecosostenibile!

Design-Def-Last-Final-v2.psd

Diciamocelo, chiunque lavori nel settore della grafica lotta tutti i giorni con revisioni, modifiche, aggiunte last minute e via dicendo. Questo apre la strada non solo al famigerato naming creativo dei file, ma anche un vortice senza fine di scambio di file per email, WhatsApp, piccione viaggiatore e altri metodi molto stravaganti!

Ciò che impatta di più di questo comportamento è il grande numero di gigabyte che spediamo in giro per l’etere fedelmente accompagnati dagli effetti sul pianeta di cui sopra.

Non nego di ricorrere anche io più volte allo scambio file via email, ma tutte le volte che riesco utilizzo ben volentieri i servizi Cloud che sono comodi anche per non rischiare di perdere documenti importanti. Basta poco in realtà ed è più rapido (oltre che allegerire la casella di posta). Basta un tool come Google Drive o il vostro sistema preferito, spesso gratuiti fino a un tot di GB. In questo modo basterà un solo link da condividere e, se faremo delle modifiche queste saranno sempre aggiornate in tempo reale per chi stiamo lavorando!

Conclusioni

Insomma, non credo di aver “scoperto la ruota” con queste tips, ma di recente sto cercando di fare molta più attenzione ai comportamenti quotidiani nel mio lavoro e mi informo molto volentieri su questi temi legati alla sostenibilità. Seppur possa sembrare ben poca cosa nel tempo secondo me i risultati si notano anche nella propria sfera personale: tutto diventa più smart e veloce e ci si sente anche molto meglio con il proprio spirito green!

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